Oscar consiglia di leggere ascoltando: Ruins of Desolation, Atrium Carceri.
Conta fino a dieci
Di Oscar Palessa
Uno.
Sempre con un occhio aperto. Così diceva papà: sempre con un occhio aperto. La Bestia aspetta solo che ti addormenti. Per questo bisogna tenere sempre almeno un occhio aperto. Se non tu, io. Dammi la buonanotte. Poi spegneva la luce, si sedeva sulla sedia e restava lì tutta la notte. Sono sicuro che non dormisse mai davvero.
Due.
Andavamo a trovare la mamma due volte all’anno. Il cimitero non mi piaceva, ma papà mi ci portava sempre. Diceva che l’aveva uccisa il crepacuore, ma quando lo diceva piangeva e io pensavo che non era vero. Pensavo che l’aveva uccisa la Bestia, una notte che la sedia era vuota e gli occhi di tutti si erano chiusi. Una volta gliel’ho detto. E lui, tutto serio, mi ha risposto che avevo ragione. Che era la stessa cosa.
Tre.
Le stelle fosforescenti dipinte sul soffitto della mia cameretta erano tre, e avevano tutte un nome. Li ho dimenticati, ma non ho dimenticato quanto splendessero. A volte usavo quelle, per tenermi sveglio. Altre volte non ce la facevo e dormivo. Ma quando dormivo la sedia era sempre occupata, e almeno un occhio di Papà sempre aperto. Pensavo che la Bestia non sarebbe venuta mai.
Quattro.
Quattro generazioni, fin dai tempi del nonno di tuo nonno… La colpa è nel sangue, capisci? Dal sangue non si scappa. Però si può combattere. Basta respirare a fondo, pensare a lungo. Tenere gli occhi bene aperti. E quando è troppo forte, contare fino a dieci.
Cinque.
Cinque passi. Solo cinque passi dal mio letto alla sua sedia. A volte faceva avanti e indietro per delle ore. Per ore intere.
Sei.
Il Numero della Bestia è 666. La Bestia si può riconoscere perché questo è il suo numero. Questo è il numero della bestia, che in nessun incubo né centimetro di pelle nuda ho mai visto o riconosciuto.
Sette.
Una notte dormivo, poi mi sono svegliato e la sedia era vuota. Ho incontrato la Bestia una notte in cui gli occhi di entrambi si sono chiusi, una notte in cui gli occhi di entrambi si sono riaperti sull’inferno. Aveva sette teste, e piangevano tutte.
Otto.
Mio padre è morto otto anni fa. Al suo funerale ho sentito la Bestia accarezzarmi la schiena. Una maledizione vecchia di generazioni. Al funerale di mio padre ho seppellito un corpo, e una manciata di terra bagnata di sangue.
Nove.
Domani mio figlio fa nove anni. La notte dorme da solo e nella sua stanza non ci sono sedie. Quando faccio l’amore con sua madre i miei occhi non si chiudono mai.
Dieci.
Ogni notte abbraccio mia moglie e le entro dentro. Quando lei si addormenta, la Bestia mi fa visita. Mio figlio dorme nella stanza accanto alla nostra, a cinque passi di distanza. Ogni notte penso di alzarmi, e di fare cinque passi di troppo. Ogni notte respiro a fondo. Penso a lungo. Tengo gli occhi bene aperti. Ogni notte ripenso al mio incontro con la Bestia, e conto almeno fino a dieci.
Oscar Palessa è uno pseudonimo.
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